Il “neo-mercantilismo” degli Stati Uniti e la crisi del multilateralismo

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 Alberto Majocchi





Luglio 2023

In un lucido saggio sulle nuove forme di mercantilismo emerse durante il periodo della Grande Recessione, in particolare in Gran Bretagna, che stava perdendo il suo ruolo di potenza imperiale cui era strettamente legata la posizione dominante del Regno Unito nell’economia mondiale, Joan Robinson1 osserva che, se un paese riesce a ridurre le importazioni e ad aumentare le esportazioni, certamente migliora la sua bilancia commerciale. Ma, aggiunge acutamente, “poiché tutti cercavamo di ottenere ciò, nessuno poteva avvantaggiarsi a lungo; chi però si fosse astenuto dal partecipare alla gara si sarebbe trovato sulle spalle l’intera disoccupazione mondiale”. Una situazione simile si sta ripetendo attualmente. A fronte delle politiche aggressive cinesi per promuovere le produzioni green e high tech, gli Stati Uniti hanno risposto con la nuova politica industriale dell’Amministrazione Biden, caratterizzata da un significativo neo-mercantilismo. E, a seguito delle misure prese dagli Stati Uniti, l’Europa a sua volta cerca di mettere in discussione le regole sugli aiuti di stato, mettendo per la prima volta in campo una decisa politica di sostegno alla produzione industriale nei settori strategici. In questo modo il sistema di accordi multilaterali che ha governato il mondo dopo il 1945 entra progressivamente in crisi, mentre un nuovo ordine stenta a emergere. [...]

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